lunedì 22 ottobre 2012

Fantasia, invenzione, creatività e immaginazione. Come funzionano e che relazione hanno con l'intelligenza e la memoria?


Bruno Munari (Milano, 1907 - 1998) è stato un artista e scrittore che ha dato un contributo eccezionale al design in Italia e nel mondo.
Le sue riflessioni sulla fantasia e sul funzionamento del pensiero creativo sono fonte di ispirazione non solo per chi lavora nel settore creativo ma anche per psicologi e psicoterapeuti: infatti, a partire dai metodi di Bruno Munari per sviluppare la creatività (soprattutto nei bambini) sono nati moltissimi laboratori di psicologia rivolti ai bambini.

Secondo Munari, "il pensiero pensa e l'immaginazione vede":

Il mondo esterno all'individuo viene esplorato dall'intelligenza mediante manipolazioni e operazioni logiche, allo scopo di cercare di capire le cose e i fenomeni che sono attorno a noi. 
La vista, l'udito, il tatto e tutti gli altri recettori sensoriali si mettono in azione simultaneamente e l'intelligenza cerca di coordinare ogni tipo di sensazione per rendersi conto di ciò che succede. 
Tutto ciò che viene capito viene poi fissato nella memoria, nei tre settori principali e cioè in quello di breve durata, in quello di lunga durata e in quello con funzioni genetiche. Nel settore di breve durata noi ricordiamo tutto ciò che ci serve al momento e che poi non ci serve più: domani alle ore otto devo andare alla stazione. Il pensiero viene ricordato fino al momento di salire in treno e poi dimenticato. Nel secondo settore conserviamo tutte quelle conoscenze che ci servono per vivere meglio, per fare, per comunicare, per progettare; tutto ciò che ci serve e che ci servirà sempre. Nel settore genetico si trovano tutti quei dati che saranno trasmessi da individuo a individuo, da genitori a figli. 
Supplementi alla memoria sono le enciclopedie, gli elenchi, gli archivi ecc. Aiuti alla memoria sono i grafici, i diagrammi, gli schemi ecc.
La memoria di un bambino ha pochi dati. La memoria di un adulto ne ha molti.

Dopo aver spiegato in che modo il pensiero oggettivo si evolve in pensiero creativo, Munari fa un ulteriore esempio per far comprendere meglio il concetto: quando l'intelligenza entra in contatto con le spine di una rosa, all'inizio riconosce la spina in natura (osservazione visiva). 
Poi il cervello realizza che la spina punge, dalla parte della punta (osservazione tattile). A quoto punto, l'intelligenza capisce che tutte le cose appuntite pungono (deduzione, verifica). Quindi, l'intelligenza comprende che le cose appuntite possono ferire (elaborazione). A questo punto, scatta l'invenzione: la spina può diventare un'arma appuntita (invenzione): la punta usata per ferire.

Ecco che dalla semplice osservazione della realtà, l'intelligenza umana sviluppa un pensiero creativo.

La fantasia è la facoltà più libera delle altre, essa infatti può anche non tener conto della realizzabilità o del funzionamento di ciò che ha pensato. E' libera di pensare qualunque cosa, anche la più assurda, incredibile, impossibile.
L'invenzione usa la stessa tecnica della fantasia, cioè la relazione fra ciò che si conosce, ma finalizzandola ad un uso pratico.
La creatività è, anch'essa, un uso finalizzato della fantasia, anzi della fantasia e dell'invenzione, in modo globale.
L'immaginazione è il mezzo per visualizzare, per rendere visibile ciò che la fantasia, l'invenzione e la creatività, pensano. L'immaginazione in certi individui è molto tenue, in altri è fervida, pronta, in altri va oltre il pensato.
Mentre la fantasia, l'invenzione e la creatività producono qualcosa che prima non c'era, l'immaginazione può immaginare anche qualcosa che già esiste ma che al momento non è tra noi. L'immaginazione non è necessariamente creativa.

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