martedì 9 ottobre 2012

Attenti alle foto in primo piano: vi fanno sembrare cattivi

Il cinema insegna che quando il regista vuole dare allo spettatore una sensazione di ansia e angoscia per farlo entrare in empatia con il protagonista, molto spesso sceglie delle inquadrature molto ravvicinate del volto, con primi piani e dettagli.
In effetti, anche riguardando le foto sui vecchi album di famiglia, salta subito all'occhio che i primi piani troppo ravvicinati ci fanno sembrare diversi da come ci percepiamo in altre foto più distanti. 
Ebbene, a quanto pare non è solo una nostra sensazione ma si tratta di una percezione diffusa: la settimana scorsa il California Institute of Technology ha pubblicato su PLoS One uno studio proprio su questo argomento.
Gli scienziati hanno chiesto a un gruppo di volontari di giudicare 36 fotografie che mostravano 18 individui, fotografati sia a 2 metri di distanza che a 50 cm dal viso.
Le impressioni dei volontari sono state tutte concordi sul fatto che i soggetti nelle foto più ravvicinate davano l'impressione di essere poco affidabili e meno attraenti.
Gli scienziati hanno fornito due spiegazioni a questa percezione: da un lato la prospettiva del volto visto da vicino si distorce un po' e quindi altera i tratti e le forme rendendo il viso più inquietante; d'altro canto è anche possibile che il fastidio percepito dai volontari derivi dalla sensazione di invasione del proprio spazio personale suscitata dalla troppa vicinanza dell'individuo fotografato.
Insomma, il Caltech ha finalmente spiegato perché nelle fototessere sui documenti non sembriamo mai noi stessi.

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